Gentile Dania, salvo che il compratore non pattuisca per iscritto con l'agente una provvigione determinata nell'importo o nella percentuale, al mediatore è dovuta la provvigione determinata dagli usi. In realtà, non ci sarebbe motivo perché il compratore pagasse di più di tale importo standard, o in misura pari al venditore, né ci sarebbe motivo perché l'agente ne facesse richiesta. E' però un meccanismo di mercato: l'agente inserisce già nella modulistica della offerta un valore percentuale di proprio gradimento e il compratore è indotto a pensare che tale importo sia dovuto. Ma se il compratore si rifiuta di impegnarsi a pagare di più della misura standard raccolta negli usi conservati presso la Camera di Commercio, l'agente non può mandare a monte l'affare, perché verrebbe meno al suo dovere di portare l'offerta al venditore. Facile da comprendere, difficile da mettere in pratica. In fondo l'agente, che dovrebbe fare solo l'interesse delle parti, o non dovrebbe subordinarlo al proprio, è il collegamento fra acquirente e il venditore e c'è da sperare che sia così corretto da sottoporre l'offerta di acquisto anche se non è riuscito a ottenere dall'acquirente quanto da lui sperato come misura della provvigione e con responsabilità per danni nei confronti dell'acquirente se per un proprio interesse manda a monte la conclusione dell'affare. In altre parole: l'agente non può imporre una percentuale all'acquirente che entra in conttatto con lui per tramite di una proposta a contrarre che non prevede la indicazione di percentuali a carico del promissario acquirente. Per legge, è dovuta una provvigione al mediatore e questo non è in discussione, ma l'importo, se non concordato fra acquirente e agente, va determinato in base a usi e consuetudini della Camera di Commercio della Provincia di riferimento. Quindi, le richieste del 3 o 4 % al compratore sono legittime, purché non si trasformino in pretese o condizionino la consegna dell'offerta.
Cordialità,
Claudio - Bologna